Biografia

Mimmo Dabbrescia nasce a Barletta. Negli anni ’50, si trasferisce con la famiglia a Milano.
Dopo qualche breve e varia esperienza scopre la fotografia. Inizia a lavorare con Fedele Toscani che collabora con il Corriere della Sera.
Successivamente Dabbrescia viene assunto dal quotidiano milanese. Per il Corriere, ma anche per la Domenica del Corriere e per l’allora nascente Amica, gira il mondo realizzando reportages dagli Stati Uniti all’Urss al Canada. E’ il più giovane fotoreporter del giornale quotidiano ma, nell’ottobre del 1963, per il suo carattere indipendente, lascia il Corriere per aprire una propria Agenzia fotogiornalistica continuando a realizzare reportages per i maggiori settimanali e, poi, anche per le più importanti case discografiche.
Durante tutti gli anni Sessanta e Settanta ritrae molti dei personaggi in voga in quel momento o che lo sarebbero diventati successivamente: dai Beatles a Joe Cocker, da Clint Eastwood a Liz Taylor e Richard Burton, ma anche Eugenio Montale, Dino Buzzati, Riccardo Bacchelli, Federico Fellini, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Gilbert Bécaud, Mina, Lucio Battisti, Adriano Celentano e anche un giovanissimo Lucio Dalla, soltanto per citarne alcuni.

Agli inizi degli anni Settanta avviene il primo incontro con alcuni pittori che lo fanno avvicinare al mondo di Brera; è qui che parte il viaggio che lo porterà sempre più vicino al mondo dell’arte da cui rimarrà fatalmente stregato. Intraprende quindi un percorso fotografico alla ricerca del lato meno noto dei pittori, che spesso sono conosciuti per le loro opere e non per i loro volti, riuscendo ad entrare e documentare i luoghi dove nascono le opere d’arte. Grazie a questo suo lavoro, utilizzando l’agenzia fotogiornalistica che porta il suo nome, distribuisce alla stampa le fotografie dei pittori.
Iniziano così ad apparire sulle riviste servizi legati al mondo dell’arte. Tendenza che, da quegli anni, non smetterà più di piacere.
Pubblica diversi libri fotografici sui maggiori artisti contemporanei: Dalì, Guttuso, De Chirico, Baj, Music, Hartung, Migneco, Dova, Sassu, ecc. Il primo volume è Visti Così, che viene premiato dalla Provincia di Milano, seguito da Obiettivo sull’arte e da Uomini e arte. I tratti essenziali della fotografia di Dabbrescia sono già molto evidenti: al rigore del bianco e nero (per lui il vero colore) aggiunge la spontaneità del personaggio che ha di fronte, soffermandosi spesso sul particolare (talvolta un gesto, spesso le mani, altre volte un oggetto o uno sguardo) e sovente, il personaggio, è ritratto di schiena, nel momento “più naturale”. La stessa passione per l’arte lo porta, nel marzo 1975, a fondare, con Bruna Coradini, la rivista Prospettive d’arte che dirigerà per oltre vent’anni.
Negli anni successivi sono sempre di più i volumi monografici sui pittori contemporanei in cui i dipinti sono presentati con ampi servizi fotografici dedicati agli artisti stessi (Orfeo Tamburi, Ernesto Treccani, Augusto Murer, Michele Cascella, ecc.). Un viaggio con Salvatore Fiume in Polinesia sulle orme di Gauguin, cent’anni dopo, porta all’edizione del volume Omaggio alla Polinesia. In seguito, inizia anche l’attività editoriale, realizzando tirature limitate di grafica d’autore, multipli d’arte e libri per bibliofili, corredati da litografie e acqueforti. Da quel momento il passo è breve per decidere di occuparsi anche di dipinti, organizzare mostre e, infine, aprire la Galleria d’arte. Quest’ultima che è ormai, quasi prevalentemente, diretta dai figli Paolo e Riccardo.
Nel 2009, nel decennale della scomparsa di Fabrizio De Andrè, è stata inaugurata una mostra personale di Dabbrescia che, per la ricorrenza, ha selezionato 25 scatti realizzati al cantautore genovese fra il 1969 e il 1974. Una mostra itinerante che ha toccato diverse sedi pubbliche e private in tutta Italia.
Negli anni ha realizzato reportages in Thailandia, Brasile, Cina, Cuba, Messico, Marocco, Tunisia, Spagna, Egitto, Kenia, India, Vietnam, Cambogia, Usa e Russia.
Nel 2012 la dottoressa Laura Lorusso ha discusso la tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, sul lavoro di Mimmo Dabbrescia.

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